Evento il 18 marzo organizzato da regione Friuli Venezia Giulia, Land della Carinzia, Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, comune di Trieste e Cciaa della Venezia Giulia.
Favorire il rafforzamento del porto di Trieste e dei suoi traffici: questo l’obiettivo del convegno “Trieste città-porto: 300 anni di Porto Franco”, in programma il 18 marzo, che coinvolgerà istituzioni e imprese in un dibattito sul futuro commerciale e sullo sviluppo del territorio.
L’iniziativa, presentata a Trieste, è organizzata da Regione Friuli Venezia Giulia, land della Carinzia con il governatore Peter Kaiser, Autorità di sistema portuale del mare Adriatico orientale, comune di Trieste, Camera di commercio della Venezia Giulia, ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con il viceministro Edoardo Rixi, e operatori economici italiani ed esteri.
L’evento al Ridotto del teatro “Verdi”, con i saluti delle autorità e gli interventi dei relatori, per poi svilupparsi nel pomeriggio alla Camera di commercio, dove avranno spazio gli incontri “b2b”. Attese, ha spiegato il presidente della Cciaa Venezia Giulia,Antonio Paoletti, «circa 25 imprese provenienti dall’Austria e 120-150 aziende del territorio, regionali e nazionali».
Trieste, ha spiegato Paoletti, è «un porto che ha spazi da offrire, una zona franca senza inquinamento, un retroporto importante: ci offriamo come piattaforma logistica regionale». «Il Porto Franco di Trieste – ha osservato l’assessore regionale, Pierpaolo Roberti – nel suo 300° anniversario, vive oggi una seconda giovinezza: la sua centralità lungo le nuove direttrici di sviluppo commerciale pone l’intero Friuli Venezia Giulia di fronte a una sfida epocale cui le istituzioni devono guardare con responsabilità e fiducia». Secondo Roberti, «cogliere l’opportunità di sviluppo delle infrastrutture di Trieste diventa imprescindibile per riportare la Regione al centro di dinamiche di sviluppo su scala globale, come già accadde quando Carlo VI, tre secoli or sono, ebbe l’intuizione di riconoscere a Trieste la patente di Porto Franco».