Enrico Giovannini, ministro dei Trasporti, spiega il suo piano per il Sud. Più rotaie, meno asfalto e maggiore attenzione alle questioni climatiche
Entro il 2026, anno in cui dovranno essere spesi i soldi del Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza), la “cura del ferro” dovrà aver cambiato il volto della Puglia. Ne abbiamo parlato con il Enrico Giovannini, economista, ministro delle Infrastrutture e mobilità sostenibili.
Prima di tutto ministro Giovannini, in che cosa consiste di preciso la “cura del ferro”?
«Significa aumentare la percentuale di passeggeri e merci trasportati sulle ferrovie rispetto a quelli su strada. Un programma fondamentale se vogliamo contribuire alla riduzione entro il 2030 del 55% delle emissioni di gas a effetto serra per arrivare nel 2050 alla “carbon neutrality”, vale a dire a emissioni nette di anidride carbonica pari a zero. Parliamo del Green Deal, che dovremo raggiungere attraverso l’ambizioso pacchetto climatico “Fit for 55”».
Allora partiamo dall’Adriatica, la linea ferrovia Bologna-Lecce, recentemente finanziata con un nuovo investimento di 5 miliardi che si aggiungono ai 350 milioni previsti nel 2013. I cui lavori, per onestà bisogna ricordare, ad oggi sono ultimati solo in parte. A che cosa mira il rafforzamento di questa linea?
«Innanzitutto migliorerà la qualità della vita delle persone e la competitività delle imprese. Perché velocizzare la linea ferroviaria Bologna-Lecce avrà un duplice effetto: per i treni che trasportano passeggeri si otterrà una significativa riduzione dei tempi di percorrenza, almeno un’ora, mentre per i treni merci si elimineranno i colli di bottiglia aumentando la loro capacità di trasportare una quantità di merci molto superiore all’attuale dai principali porti pugliesi fino al Nord. Sarà potenziato anche il collegamento fra Taranto e Brindisi».
Che cosa si è pensato invece per Bari? A che punto è il collegamento con Napoli?
«Una volta ultimate le opere, la tratta Napoli-Bari, i cui cantieri sono già aperti, passerà a 2 ore dalle attuali 4 con cambio a Caserta, mentre si arriverà a Roma da Bari in 3 ore invece delle attuali 4 ore e 10. L’intervento è ripartito in vari progetti. Tra questi, la realizzazione di una variante all’attuale linea Napoli-Cancello per 15,5 chilometri passando dalla stazione alta velocità di Napoli-Afragola, raddoppiando la linea tra Cancello e Frasso Telesino e Frasso Telesino-Vitulano per 46 chilometri; quella, per circa 47 chilometri, della linea Apice-Orsara, di cui 80% in galleria; e quella della tratta Orsara-Bovino. E nascerà la nuova stazione di “Hirpinia”. Alla fine di tutte le operazioni saranno stati eliminati 25 passaggi a livello».
E per il resto dei capoluoghi? Che cosa si è pensato per collegare Bari alla Basilicata e alla Calabria.
«Per i collegamenti con la Basilicata sarà potenziata la direttrice Battipaglia–Metaponto–Taranto, con una riduzione dei tempi di percorrenza sulla tratta Taranto-Napoli di circa 30 minuti, anche grazie al progetto di collegamento di alta velocità Salerno-Reggio Calabria. Per i collegamenti con la Calabria, sarà potenziata la linea jonica, in particolare la tratta Taranto-Metaponto-Sibari, che poi prosegue fino a Paola sulla linea tirrenica e costituisce il corridoio di collegamento tra il porto di Gioia Tauro e la direttrice adriatica».
C’è un problema anche che riguarda il collegamento interno alla regione. Come saranno potenziate le linee regionali?
«Le nuove opere cambieranno la vita dei pugliesi. Per esempio saranno in servizio tra Bitritto-Bari-Adelfia 17 coppie di treni al giorno. Mentre per la linea Bari-Lamasinata si prevede una nuova stazione con il collegamento diretto alla rete nazionale passante sulla linea adriatica e la rimessa in funzione dei terminali carico-scarico sulle aree di Bari-Ferruccio. Così come sono previsti interventi di potenziamento e ammodernamento delle altre linee regionali, non gestite da Rete ferroviaria italiana, come le ferrovie Apulo-Lucane, quelle del Sud-Est, con il potenziamento del collegamento Taranto-Bari, la realizzazione degli hub intermodali e il miglioramento delle ferrovie Bari Nord, per le quali si prevede anche il raddoppio della tratta Andria-Barletta».
di Maddalena Tulanti
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