Liguria. Rete autostradale in pessime condizioni, ferrovia lentissima, porto che fatica a crescere e aeroporto sottodimensionato. Caratteristiche che rendono la Liguria simile a un’isola, e come un’isola dovrebbe essere trattata. È in base a questa tesi, dopo l’ennesima mattinata di delirio sulle autostrade, che la Camera di commercio di Genova ha affidato a Uniontrasporti la compilazione di un nutrito dossier da far arrivare in tempi rapidi al Governo.
Obiettivo? “Accedere ai contributi e alle misure previste per le regioni periferiche e disagiate, senza che questi vengano considerati come aiuti di Stato“, spiega il presidente Luigi Attanasio. Una decisione presa “d’accordo con tutte le associazioni di categoria” perché “le condizioni di isolamento della regione, aggravate dai crolli degli ultimi due anno, dall’emergenza Covid-19 e dai disagi causati dall’altissima concentrazione di cantieri degli ultimi giorni, generano una situazione simile a quella delle regioni insulari: tempi lunghi per spostarsi da una località a un’altra, alti costi del trasporto merci e passeggeri, mancanza di servizi di alto livello, scarsa attrattività per le imprese.
In teoria, sostengono gli imprenditori genovesi, la Liguria potrebbe contare su una buona “dote” di strade e di ferrovie: la dotazione media di infrastrutture stradali e ferroviarie della nostra regione, rispetto alla superficie e agli abitanti, è infatti superiore alla media del Nord Ovest. Ma le buone notizie finiscono qui. Se si guarda alla qualità e all’efficienza di questa “dote”, gli indicatori sono tutti negativi ed evidenziano la fragilità di una rete che, negli ultimi 30 anni, non è stata manutenuta né ammodernata.
Per cominciare, le autostrade liguri figurano tutte nella top ten delle autostrade più pericolose d’Italia per incidenti, con i tre rami che partono da Genova (la A10, la A12 e la A7) saldamente nella parte alta della classifica.