In questo periodo d’emergenza Covid-19, caratterizzata da una pesante perdita di produzione da cui deriva una forte riduzione della domanda di trasporto (-70%), una priorità per il nostro Paese è garantire la circolazione delle merci e l’approvvigionamento di base. Nelle prime settimane di emergenza l’Italia ha dovuto fare i conti con gli effetti delle misure di confine unilaterali e scoordinate ai confini con l’Austria e con la Slovenia.
Durante il Consiglio informale dei ministri dei trasporti dell’UE del 18 marzo, gli Stati membri hanno espresso la necessità di trasparenza sulle misure nazionali adottate e il loro coordinamento a livello UE, attraverso un monitoraggio in tempo reale di tutte le misure nazionali. La risposta è una piattaforma gestita dalla Commissione europea sulla base dei punti di contatto unici a livello nazionale (alcuni hanno suggerito l’accesso alle informazioni tramite altri operatori e non solo dagli Stati membri).
È proprio in quest’ottica che Uniontrasporti, società in house del sistema camerale – assieme alla Camera di Commercio di Bolzano – ha avviato, a partire dal 16 marzo, un monitoraggio della situazione ai valichi di confine in 32 Paesi Ue ed extra Ue per poter fornire le informazioni raccolte al sistema economico nazionale e in primis agli autotrasportatori che in questi giorni difficili garantiscono gli approvvigionamenti. Le informazioni – aggiornate e diffuse 2 o 3 volte alla settimana in italiano, inglese e tedesco – vengono raccolte con l’aiuto delle Ambasciate italiane e degli uffici ICE/ITA nei vari Paesi monitorati, integrate con dati forniti dall’IRU (World Road Transport Organisation).
In diversi paesi sono state introdotte alcune procedure di controllo, di transito e di carico/scarico che inevitabilmente incidono sui tempi di viaggio a causa di notevoli fenomeni di congestione ai confini e che riguardano: controlli medici con misurazione della temperatura dell’autista (Austria, Polonia, Rep. Ceca, Estonia, Lituania e Albania); obbligo di lasciare immediatamente il paese di destinazione della merce o transito entro 24 ore (Bulgaria, Croazia, Serbia); dotazione di dispositivi di protezione individuale a bordo del camion (Rep. Ceca, Romania, Slovenia, Russia); Green lane e/o mezzi scortati lungo percorsi specifici (Russia, Ungheria, Croazia, Slovenia e Serbia); presenza di un solo autista in cabina (Ungheria); possibile quarantena per gli autisti che entrano nel Paese (Turchia, Ungheria, Malta); pernottamento dell’autista in cabina (Danimarca). La situazione di emergenza ha spinto diversi Paesi ad alleggerire alcune regole sui periodi di guida e a sospendere anche alcuni divieti di transito, in particolare quelli relativi ai giorni festivi.
Il quadro che emerge è caratterizzato da misure unilaterali e scoordinate a molte frontiere europee che portano a ore di congestione del traffico merci. Questo viene confermato dalle rilevazioni effettuate dalla piattaforma web “Truck Border Crossing Times” (https://covid-19.sixfold. com/) che evidenziano tempi di attraversamento dei confini che spesso superano le 2 o 3 ore, con numerose situazioni critiche ad alcune frontiere (in particolare Svizzera, Ungheria, Romania) con code oltre i 7/8 km. Come ben evidenziato dalla Commissione europea, la priorità assoluta è il mantenimento della libera circolazione delle merci, in particolare quelle mediche e di prima necessità, a tutti i costi. Le catene di approvvigionamento devono essere assolutamente preservate, tenendo conto dell’interdipendenza economica.
In quest’ottica, le misure restrittive non devono ostacolare, direttamente o indirettamente, il trasporto di merci e non devono incidere né sulla disponibilità né sulla necessaria circolazione transfrontaliera dei trasportatori. È auspicabile quindi che, in ogni Paese, vengano adottate misure per consentire la circolazione transfrontaliera delle merci, soprattutto attraverso “corsie verdi” (cd. “green lanes”) e l’esenzione dei trasportatori da determinate norme sanitarie (quarantene) basate su misure alternative (controllo sanitario, isolamento, diritto di transito). Inoltre, è necessaria una deroga alle norme sociali nel settore dei trasporti (tempi di guida e di riposo, necessità di tornare al paese di origine ecc.) per mantenere le attività al massimo livello, oltre a dover estendere la validità dei certificati relativi al trasporto alla scadenza.
Va in tale direzione la lettera inviata il 2 aprile scorso dai quattro ministri dei trasporti di Italia, Francia, Germania e Spagna alla commissaria ai trasporti, Adina Vãlean, con la richiesta di garantire nel breve termine la continuità del flusso di merci, proteggere le imprese (soprattutto del settore aereo), mobilitare i finanziamenti europei a favore del trasporto merci per via ferroviaria, sospendere regolamenti e direttive che impediscano di affrontare l’emergenza.
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