La nota del Cda: «L’obiettivo è salvaguardare l’integrità della contribuzione del finanziamento europeo». Il sottosegretario Giorgetti: per fermare l’opera occorre un passaggio in Parlamento.
La procedura Tav fa un passo in avanti, ma non vincolante e la Francia si dice disponibile a una nuova fase di discussione. In sintesi sono queste le novità della giornata di ieri sul fronte della controversa partita ferroviaria Torino-Lione. Sul piano politico, il premier Conte si dice pienamente soddisfatto di un passaggio che permette di salvare la faccia a entrambi i duellanti della maggioranza: tanto i leghisti favorevoli all’opera che i Cinquestelle contrari rivendicano di avere segnato un punto. Insomma il “supertreno” non si ferma, ma rallenta. E il governo può prendere tempo.
Ma stiamo alla cronaca. Il Consiglio di amministrazione della Telt , la società italo-francese incaricata dei lavori, ha dato il via libera all’unanimità alle procedure di gara relative al versante francese del tunnel di base (un’operazione che vale in tutto 2,3 miliardi): si tratta degli avis de marchés, gli inviti a presentare la candidatura alle imprese interessate. È un passaggio che permette di salvaguardare il co-finanziamento della Ue (inizialmente 300 milioni) rispettando almeno formalmente il cronoprogramma concordato. Gli “avvisi” contengono anche «l’esplicitazione della facoltà di interrompere senza obblighi e oneri la procedura in ogni sua fase», si legge in una nota della società, che conferma inoltre «l’impegno a verificare le volontà dei due governi al termine della selezione delle candidature, prima di procedere all’invio dei capitolati di gara alle imprese». La procedura resta dunque modificabile in corso d’opera.
Da parte sua Parigi si dice disponibile al dialogo: «La Francia ribadisce il suo pieno impegno sulla Torino-Lione e la sua disponibilità per una discussione tra i partner», ha affermato il ministro francese dei Trasporti, Elisabeth Borne. Le decisioni di Telt permettono, ha spiegato, «sia l’avanzamento del progetto, sia la tutela dei finanziamenti europei, nonché il rispetto del tempo di riflessione auspicato dal governo italiano». Da parte sua la Commissione di Bruxelles fa sapere che «la pubblicazione degli “avis” è un primo passo necessario, ma altri ne serviranno» per scongiurare il rischio di perdere i fondi Ue: resta il fatto, ha spiegato infatti un portavoce, che «se i lavori non proseguono come previsto a causa di ritardi di qualunque natura, i finanziamenti dovranno essere ridotti successivamente».
Il premier Giuseppe Conte, che sabato aveva scritto a Telt, ieri ha voluto sottolineare la «piena soddisfazione» per il risultato. «In questo modo – ha detto – manteniamo fede a quanto previsto dal contratto di governo, permettendo un’integrale ridiscussione della Tav, oltretutto senza perdere i finanziamenti europei». Il capo del governo ha sottolineato la revocabilità del passo di ieri: «L’eventuale avvio dei capitolati di gara è differito ai prossimi mesi e potrà avvenire solo in presenza di un consenso dei governi italiano e francese». E ha aggiunto di avere «già preso contatti con il presidente della Commissione Ue Juncker e con il presidente Macron» in vista del Consiglio Europeo di fine marzo» confidando di avviare con loro «un proficuo dialogo, alla luce dell’analisi costi-benefici recentemente acquisita».